top of page

APPRENDERE DALL’ ESPERIENZA

  • Immagine del redattore: Alessandro Gilli
    Alessandro Gilli
  • 15 dic 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Mi ricordo in particolare due storie. La prima tratta da un bellissimo libro di Francesco Berto che credo si chiami Parole di bambino e che racconta del lavoro fatto con i suoi alunni di quinta elementare sul tema dell’attaccamento. Un brano era di un bambino, Alberto, scritto sul tema ‘scrivi una lettera a un bambino appena nato’.

Eccone una parte:

“…Quando mia mamma e mio papà sono andati a mangiare in pizzeria per festeggiare l’anniversario del loro matrimonio e mi hanno portato dalla nonna, io credevo che sarebbero andati a divertirsi e che, dopo essersi divertiti, avrebbero deciso di lasciarmi dalla nonna per tutta la vita, perché avevano capito che loro due, senza di me, stavano molto bene. Quando però ho visto che sono venuti a riprendermi, mi hanno dato un bacetto e mi hanno portato un sacchettino di caramelle, ho capito che i genitori non abbandonano mai il loro figlio anche se sentono che loro due, da soli, starebbero meglio. Quando, un’altra volta mi hanno portato dalla nonna perché dovevano andare a un matrimonio in una città lontana, io non mi sono più ricordato che avevo capito che i genitori non abbandonano mai il figlio e ho avuto paura che mi abbandonassero e mi lasciassero per sempre dalla nonna. Quando sono ritornati a riprendermi e mi hanno portato una serie di macchinine, proprio quelle che mi piacevano tanto, mi sono ricordato che sapevo già che i genitori non abbandonano il figlio anche se capiscono che loro, da soli, starebbero meglio. Allora un bambino può capire che i genitori gli vogliono bene e che non lo abbandoneranno mai, ma poi si dimentica di averlo capito…»


Nella didattica si può somministrare la conoscenza all'allievo, oppure si può sollecitare il suo spirito di ricerca, in modo da farlo arrivare da solo a capire e ad imparare. Questo secondo è il metodo di Socrate. Nel primo caso una precedente esperienza viene proposta come modello a cui ci si deve uniformare. Nel secondo caso l'esperienza che conta è quella che si fa al momento. Tuttavia questo da un lato può essere un elemento positivo, dall'altro un elemento negativo. L'esperienza è utile quando si affrontano problemi simili a quelli già risolti, e permette di risparmiare tempo e di non riscoprire ogni volta l'acqua calda. E' dannosa quando il problema sembra simile a problemi precedenti, ma in realtà è diverso. In questo caso l'esperienza spinge a comportamenti cristallizzati su ciò che si sa, e impedisce di muoversi liberamente verso nuove direzioni. A tal proposito lo psicologo Rino Rumiati dice: "Apprendere dall'esperienza non è affatto un processo automatico. Esso richiede che vengano 'mobilitate' abilità di base molto importanti. Dall'esperienza dopo tutto ci vengono soltanto i dati per la conoscenza, non la conoscenza: l'esperienza, infatti, fornisce degli insiemi di informazioni talvolta molto grezzi. Gli individui possono trasformarli in conoscenza solo quando sanno come trattarli e valutarli per ciò che essi realmente dicono. Ma purtroppo questo non è facile, dato che i dati che vengono dall'esperienza possono essere interpretati in più di un modo" (Rino Rumiati, Decidere, Il Mulino, Bologna, 2000, p. 107).



 
 
 

Post recenti

Mostra tutti
spesso mi chiedono..

Spesso mi chiedono qual è il motivo principale per cui le persone di contattano e chiedono aiuto? E’ una semplice domanda con una...

 
 
 
storie di gelosia del passato

Per la prima volta nella mia vita sento gelosia del passato della persona che in questo momento sto conoscendo. Lui, come me, ha vissuto...

 
 
 

Comments


Dottore Alessandro Gilli © 2022 designed by Chiara Stella Gabusi

bottom of page